E’ lunedì. Di nuovo. A quanti giorni di quarantena siamo arrivati? Non me lo ricordo e non ho la forza di contarli. Sicuramente siamo vicini, se non oltre, al mese di segregazione forzata.
Ma questo significa che è giunto il momento di parlare di un’altra donna, e siccome nelle scorse “edizioni” di questa rubrica/ritratto – che mi piace chiamare così, con lo slash in mezzo – ho parlato di figure dell’inizio del Novecento, ho deciso di “aggiornarmi”. Mentre in cuffia passa I Hate Myself for Loving You provo quindi a raccontare un simbolo dei favolosi anni Ottanta: Joan Jett. Una donna che mi ha colpito oltre che grazie alla sua musica sono stata, ovviamente, affascinata dal suo stile decisamente caratteristico e edgy, adoro l’uso che fa di capi di abbigliamento super pop e colorati, pur con una base punk e glam, con capi spalla decisamente anni ’80 e gioielli esagerati che per me, amante sfegatata del look anni Ottanta, è irresistibile.
Joan Marie Larkin
al secolo Joan Jett
nata a Philadelphia il 22.09.1958
Perchè la ricordiamo:
- è una cantante, chitarrista, bassista e produttrice;
- la sua carriera inizia con le Runaways, 5 ragazze che ebbero successo internazionale – ehi, mi ricorda qualcosa, vero Spice?
- nelle prime fasi della sua carriera da solista pubblica principalmente cover rock ’n’ roll con tendenze glam e punk;
- dopo lo scioglimento delle Runaways crea una band chiamata Blackhearts con cui pubblica l’album I Love Rock and Roll e sfonda definitivamente con l’omonima cover dei The Arrows nel 1981 – anche qui, strizziamo l’occhio a chi dopo di lei ci ha riprovato, n’est pas Britney?
- per lungo periodo la rocker quasi sparisce dalla scena musicale internazionale, pubblicando album a volte di poco successo, per ritornarvi ultimamente, se così si può dire, nel 2006 con un album intitolato Sinner;
Qualche curiosità:
- fonda la sua prima rock band a 15 anni, già allora era di tutte donne
- produce il primo album dei The Germs, la celebre band punk rock di Los Angeles, intitolato GI, 1979 – breve off topic, vi consiglio di andarvi a guardare il film/documentario The Decline of Western Civilization (qui qualche info, e qui il link del documentario, grazie YouTube), se siete appassionati di musica ne vale la pena;
- diversi sono stati i session player coinvolti nel suo primo album da solista Bad Reputation (1981), tra cui alcuni membri dei Sex Pistols;
- la band Blackhearts entra nelle hit lists con diverse cover, tra cui quelle di Crimson and Clover e quella di Do You Wanna Touch Me (Oh Yeah), pezzi imprescindibili per l’educazione musicale di ogni millenial (ndr.)
- nel 1986 pubblica l’album Good Music dove figura la cover di You Got Me Floatin’ di Hendrix, ma questo disco non ha il successo sperato;
- nel 1998 partecipa ad un tribute album di Iggy Pop cantando Real Wild Child e I Wanna Be Your Dog.
Ovviamente su una stella del rock come lei si potrebbero scrivere lunghissime pagine di analisi della sua musica oltre che della sua vita, qui voglio solo darvi qualche spunto per approfondire la sua personalità oltre che, perchè no, ascoltare uno dei suoi album, o tutti.
Al prossimo ritratto,
.f
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